La scorsa domenica a Cantù, in provincia di Como, una paziente si è recata alla guardia medica e, alla vista del dottore di colore, ha affermato ”Io non mi farò mai toccare da un medico negro”. Il medico trentenne, Andi Nganso, laureato all’Università dell’Insubria, da 12 anni vive in Italia dove ha prestato servizio presso alcuni centri di accoglienza migranti, in particolar modo quello di Besso e di Lampedusa, della Croce Rossa. Da circa un anno si trova a Cantù. Il dottore, dopo la frase della paziente, ha pubblicato su facebook un post dove ha scritto
Il fatto ci induce a delle riflessioni sull’atteggiamento razzista tenuto dalla paziente. E’ impensabile che, nel terzo millennio, ancora ci siano episodi di questo genere! La teoria della inferiorità razziale è stata, a suo tempo, creata per poter sfruttare, senza rimorsi e, a scopi di lucro, i soggetti di etnia nera. Questa teoria attecchì parecchio tra gli strati più poveri ed ignoranti della popolazione bianca che avevano, così trovato, una “categoria” inferiore a loro. A ciò si aggiunga che alcuni politici senza scrupoli hanno utilizzato a proprio piacimento l’ignoranza per scavare un solco ingiustificato tra l’uomo bianco e quello di colore. In realtà, gli elementi esterni cui danno importanza i razzisti (lunghezza degli arti, colore della pelle, ecc.) sono solo legati a condizionamenti ambientali, cioè a quei luoghi in cui alcune popolazioni vivono da secoli. E’ ormai certo che la specie umana all’inizio avesse una pelle olivastra (tra essi anche Gesù e Maria) e, in seguito, abbiano avuto differenziazioni esterne in base al posto in cui andarono a vivere. Infatti, è svantaggioso avere la pelle chiara in posti dove i raggi del sole sono più forti; le narici più strette, di un abitante delle zone fredde europee o americane, rispetto a quelle di un africano, derivano dalla tutela che creata dall’organismo che inala aria più fredda per far passare meno aria. Basterebbe solo un minimo di cultura per capire che siamo tutti uguali, tutti fratelli e nessun uomo, qualsiasi sia il colore della propria pelle, è inferiore ad un altro. Tutti meritiamo rispetto in quanto uomini appartenenti alla stesse specie.