L’Italia è fuori dal mondiale avvenimento che non accadeva dal lontano 1958. Ma dal 2006 (anno della vittoria del 4°mondiale italiano) cosa è cambiato esattamente?

Secondo molti esperti, dopo la vittoria del mondiale, si è data per scontata la presenza di talenti italiani all’interno della Serie A, preferendo l’acquisto di affermati calciatori stranieri ignorando le primavere dei rispettivi club, provocando, così, un effetto devastante per tutto il nostro panorama calcistico. Questo sicuramente è un dato di fatto che ha influito notevolmente, ma non si tratta dell’unico e solo motivo di questa “crisi”: infatti, molte squadre italiane come il Milan o la Juventus (rose composte principalmente da giocatori italiani ma potenziate da giocatori stranieri) hanno più volte partecipato alle varie finali della più importante competizione per club europea (e forse mondiale) ovvero la Champions League; a questo punto, viene spontanea la domanda se risulta giusto l’acquisto di giocatori stranieri.
Innanzitutto, i veri presidenti italiani non esistono più, o meglio si stanno “estinguendo” preferendo vendere i rispettivi club a ricchi impresari stranieri, i quali, non esperti del mondo del calcio, decidono di spendere fortune milionarie in giocatori non all’altezza e non italiani (come il Milan che, spendendo oltre 222 milioni in 11 giocatori, ha scelto uno che “sposta gli equilibri” e un “crociato rotto” italiani).

I giocatori italiani stanno scomparendo: questa è una dura verità da accettare. L’unica soluzione sarebbe quella di valorizzare le primavere e quei pochi giocatori italiani ormai affermati (come Insigne,Belotti e Bernardeschi) e affidare la panchina azzurra a gente preparata e non a chi ha vinto solo un campionato di serie C. La Spagna – adottando una “politica” prevalentemente “nazionalista” e preferendo sempre, o meglio il più delle volte, giocatori Spagnoli – risulta essere la più preparata da questo punto di vista. La disfatta dei mondiali è stato un avvenimento catastrofico che risulta essere un mix di incompetenza e sfortuna; la soluzione potrebbe anzi dovrebbe essere una presa di coscienza generale del sistema del calcio italiano per tornare ad essere i migliori.